La Posta Elettronica Certificata (P.E.C.), Un pasticcio tutto italiano

L'Italia non è né il primo né l'unico Paese con l'esigenza di utilizzare la posta elettronica con garanzia di inalterabilità del contenuto, per un uso formale e affidabile, praticamente notarile.
Così abbiamo inventato la P.E.C., ne abbiamo imposto per legge (v. Decreto 150/2009) l'uso a tutte le pubbliche amministrazioni, pagando gli enti certificatori accreditati per la realizzazione e la gestione del servizio. E' vero che il rilascio di una PEC costa solo circa 5 euro, ma moltiplicate i 5 euro per il numero degli uffici coinvolti e capirete che giro d'affari c'è dietro.

Peccato che la PEC sia una trovata solo italiana.

In tutto il mondo, da almeno un decennio, si usa già un sistema di certificazione della posta elettronica chiamato S/MIME, che autorevoli ed esperti enti certificatori mondiali rilasciano per lo più GRATUITAMENTE, come si può verificare facilmente su internet.
Il sistema non solo è ampiamente sperimentato e consolidato, ma è ormai uno standard internazionale, già integrato in tutti i programmi di posta elettronica, compreso Outlook.

La comunità europea ci sta bacchettando perchè la PEC non è uno standard riconosciuto a livello internazionale, VALE SOLO IN ITALIA!

L'unica cosa buona è che il decreto 150/09 riconosce, bontà sua, validità ANCHE agli altri sistemi di certificazione.
Riassumendo:
- i cittadini italiani informati potranno procurarsi gratuitamente una certificazione S/MIME, per avere una posta elettronica certificata a livello mondiale, oltre che in Italia;
- Le amministrazioni pubbliche invece pagheranno per avere una posta certificata con valore solo all'interno dello stato italiano, sempre che la comunità europea non ci multi una volta di più per la nostra scarsa disciplina, visto che non può multarci per la sola ottusità.

Alla faccia dei risparmi sulla spesa pubblica.

Qui un interessante articolo che approfondisce il tema e le problematiche relative alla PEC

E Qui dopo aver spiegato che cos'è e come funziona la PEC, si precisa anche che si tratta di uno standard solo italiano e che si può usare in alternativa l'S/MIME.
Alla fine aggiungono anche dei link di certificatori (gratuiti, mi pare, uno è quello di G-mail)

Temo che sarebbe più corretto scrivere:
- i cittadini italiani NON informati potranno procurarsi "gratuitamente " una PEC, cioé una certificazione che vale SOLO in Italia, ma NON a livello mondiale, e che non è riconosciuta nemmeno dalla Comunità Europea;
- la collettività, attraverso il prelievo fiscale, pagherà comunque gli Enti certificatori italiani per il servizio svolto, cioé per le PEC rilasciate tanto agli Uffici pubblici quanto ai privati che ne faranno richiesta.

Il silenzio dei media su questo tema é davvero assordante.

Se, come me, vi siete chiesti quali sono le differenze tra PEC e CEC/PAC, vi segnalo un articolo di PCWORLD che aiuta parecchio a fare chiarezza sulle disposizioni vigenti in materia.
Se questo link non funziona, potete copiare e incollare la URL indicata in basso nella barra degli indirizzi:

http://www.pcworld.it/notizia/120303/2010-...e-il-pacco.html

Vi segnalo che l'argomento è stato anche oggetto di una discussione, ora non più attiva, aperta nel forum della funzione pubblica, nella sezione delle linee guida per i siti web della P.A., raggiungibile da qui.

L'argomento PEC continua a far discutere (anche se non qui...).

In questo articolo si stima l'effettivo funzionamento di questo strumento nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.