rocambole |
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| CITAZIONE (irongum @ 15/2/2010, 09:41) Nel pubblico impiego ci sono ormai da anni il blocco del turn over e il blocco delle assunzioni. Adesso c'è anche per legge la riduzione del 10% del personale . Nel privato non si invecchia più sul posto di lavoro: se non è cassa integrazione o pre pensionamenti è mobbing: in un modo o nell'altro te ne devi andare prima di diventare un peso per l'azienda. Capisco che produrre fuori dall'italia costi meno, capisco anche che delocalizzando le imprese, l'unico fornitore di servizi resta il pubblico, e quindi chi non vuole o non può delocalizzare guardi con ingordigia alle potenzialità dell'outsourcing, che però si può fare solo buttando fuori chi già lavora nel pubblico. Alla fine di tutto il processo, comunque, mi pare che rimane solo una quantità enorme di disoccupati, una certa percentuale di lavoratori a progetto o comunque abbastanza precari, con potere d'acquisto inconsistente, e per quello che riguarda professionalità, competenza effettivae competitività, praticamente il nulla. Possibile che sia questo il nostro futuro? In pratica stai dicendo che la torta da spartire diventa sempre più piccola, perché l'impresa privata non produce più in Italia e quindi che il "cliente" publico diventa sempre più ambito dalle poche imprese di servizi che ancora resistono. Qui i problemi sono due: se non produci diventi sempre meno produttivo (e si vede), e il Paese non ci guadagna; se pensi di farcela alle spalle del cliente pubblico ti illudi, perché realizzi solo una partita di giro, ma non produci niente, tanto nemmeno controllano come lavori (se sei un privato che lavora in outsourcing). Certo che vista così la prospettiva è più che deprimente, anzi, è spaventosa.
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